Acqua_depurazioneSi parla spesso di “sostanze rapidamente biodegradabili”, di capacità di non accumularsi nell’ambiente… ma che cosa si intende per “biodegradazione”?

La biodegradazione di una molecola è la rottura in tanti piccoli pezzi, sempre più piccoli man mano che essa procede, fino ad arrivare a molecole piccolissime (anidride carbonica, acqua e azoto) uguali in tutto e per tutto alle molecole minerali che compongono la maggior parte dell’ambiente che ci ospita. Il processo nella parte finale si chiama infatti mineralizzazione.

In particolare questo processo viene attuato da batteri “buoni” (saprofiti), che hanno la tendenza a nutrirsi di queste sostanze qualora le trovino disciolte o disperse nell’acqua. Il microcosmo dei batteri degradatori è sfaccettato e regolato da batteri “predatori”, che tengono a bada la popolazione di batteri saprofiti affinché non aumenti a dismisura: un po’ come succede nella savana con le zebre e i leoni o altre specie di mammiferi.

Zebre_leoniQuesti processi avvengono sia nei laghi, nei fiumi e nei mari, sia – in modo più concentrato – negli impianti di depurazione a fanghi attivi, che intravvediamo talvolta nelle periferie di paesi e città.

Le sostanze che si prestano a essere biodegradate rapidamente impiegheranno comunque alcuni giorni nell’ambiente naturale (secondo il Test OECD 301 F: minimo 60% in max 28 giorni), dove i batteri sono dispersi e l’ossigenazione dell’acqua, importante per permettere lo sviluppo dei batteri, è dovuta solo al naturale scambio sulla superficie di corsi e specchi d’acqua. Invece negli impianti di depurazione questi tempi sono molto più brevi (poche ore), in quanto i batteri sono “allevati” in modo intensivo, con aggiunta di nutrienti e soprattutto con somministrazione di aria compressa, se non addirittura di ossigeno puro, alle vasche in cui sono tenuti i batteri.

Quindi: in Natura ci vogliono alcuni giorni; nei depuratori bastano poche ore. L’importante, però, è che le sostanze “vogliano” farsi degradare, ossia siano considerabili “rapidamente biodegradabili”.

Esistono sostanze che, pur essendo non biodegradabili, hanno un impatto minimo o nullo sull’ambiente: si tratta di sali minerali. Sono come le pietre e, pur essendo sciolti in acqua (per esempio come ingredienti di detersivi), molti di essi hanno poi la tendenza a ridiventare pietre; altri rimangono disciolte, come il sale che rende salata l’acqua di mare.

Bensos ha fatto la scelta di utilizzare esclusivamente sostanze rapidamente biodegradabili, insieme ad alcuni sali minerali.

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