oli_essenzialiRiprendiamo l’approfondimento di questo argomento. Nelle puntate precedenti (vedi riferimenti in fondo all’articolo), si era detto che gli interferenti endocrini possono causare alterazioni del sistema ormonale (endocrino), immunitario e riproduttivo, con numerose varianti. Si era poi detto che molte sostanze di uso quotidiano presentano questa tendenza, alcune in modo marcato (come il bisfenolo A, alcuni ftalati, il PTFE, i ritardanti di fiamma, il triclosan, etc.), altre in modo più blando (come i parabeni). Ulteriori sostanze (come alcuni componenti di olii essenziali) sono tuttora oggetto di valutazione per la loro forza: di alcune sono state fatte segnalazioni di attività ormono-simile alle autorità di vigilanza da parte di ambulatori medici, di altre esistono dati tossicologici validati, ma non vi è ancora un quadro complessivo che le classifichi.

Esiste un dibattito sul “dosaggio”: una parte della comunità scientifica pensa che queste sostanze possano essere considerate sicure al di sotto di un determinato dosaggio di assunzione (cioè: che basti prenderne o assorbirne in piccola quantità per non avere danni); al contrario, altri scienziati propongono l’“ipotesi delle basse dosi”, ossia la possibilità che vi possano essere effetti avversi (ossia danni al sistema endocrino, immunitario e/o riproduttivo) anche al di sotto della soglia più bassa misurata. L’EFSA (European Food Safety Authority) suggerisce di verificarne l’applicabilità sostanza per sostanza: in particolare, alcune sostanze presentano caratteristiche “sospette” e vanno investigate con maggior cura, applicando per esse l’Ipotesi delle Basse Dosi.

Fra le caratteristiche che, a nostro parere, possono indurre a una sorveglianza più stretta vi può essere la tendenza alla bioaccumulazione (vedi questo articolo): se la sostanza viene assunta a dosi basse, ma tende ad accumularsi nell’organismo, la soglia di sicurezza può essere superata nel corso della vita.
Un’altra ragione può essere legata alla diffusione della sostanza in esame nei prodotti di consumo, siano essi alimenti, detergenti, cosmetici, coloranti di tessuti o altro: se la sostanza è contenuta in tanti prodotti anche se in basse dosi, l’esposizione complessiva giornaliera della persona va considerata come la sommatoria delle varie concentrazioni.

Ciò che risulta consigliabile, alla fine, è evitare di esporre se stessi e, soprattutto, i bambini alle sostanze indicate come probabili interferenti endocrini, sia che siano in dosi massicce, sia che siano in dosi piccole. Bensos ha fatto la scelta di evitare l’uso di sostanze sospette di interferenza con il sistema endocrino.

Ecco i link alle “puntate precedenti”: la prima, la seconda.

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