La schiuma, che nell’immaginario collettivo è associata ai detersivi e ai detergenti per il corpo, non è sempre desiderata: alcuni prodotti è bene che siano schiumogeni, altri no. Per esempio, nei lavapiatti a mano la schiuma è utile per rendere visibile il detersivo all’utente durante il lavaggio; nei lavastoviglie, invece, la schiuma deve essere pochissima, altrimenti le parti elettroniche della macchina potrebbero esserne danneggiate.
In quest’ultimo caso, il rischio che si formi schiuma è ancora maggiore, in quanto la macchina stessa svolge azioni che aumentano lo schiumeggiamento (temperatura elevata, acqua spruzzata e agitata in modo intenso e a lungo). Queste problematiche si manifestano anche con numerosi prodotti per uso industriale, in particolare con macchine idropulitrici e con le lavastoviglie professionali.
Molte aziende risolvono il problema della schiuma utilizzando gli antischiuma, a base di olii minerali (petrolchimici) oppure a base siliconica. Perfino alcuni disciplinari di certificazioni ecologiche li ammettono, come se il loro uso fosse indispensabile per la messa a punto di questi formulati e l’aspetto ecologico potesse essere derogato.
Quali sono le loro criticità, se ve ne sono? Prima di tutto, queste sostanze non sono biodegradabili; quindi si accumulano nell’ambiente e nelle acque di falda. In secondo luogo, nonostante vi siano interpretazioni – non basate su studi scientifici – che li definiscono “pietra liquida”, non sono affatto privi di impatto sull’ambiente: essi hanno la capacità di permeare le falde acquifere nonché le membrane biologiche (come quelle delle radici delle piante), impedendo il passaggio per filtrazione dell’acqua stessa.
Bensos non usa antischiuma di nessun genere: il reparto Bensos Ricerca & Sviluppo ha trovato soluzioni tecniche innovative con materie prime a bassa schiumosità, tali da rendere inutile l’antischiuma.
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