Alberi_contrapposti_miniLa certificazione bio viene ottenuta dimostrando il rispetto di parametri contenuti in un Disciplinare approvato da un ente esterno all’azienda, l’ente certificatore appunto.

Però… quando i criteri di massima coincidono, ma non in maniera biunivoca? Ovvero: se il Disciplinare della certificazione, che viene rispettato dall’azienda, contiene, fra gli altri, parametri che si contrappongono a criteri giudicati come principali da parte dell’azienda? È un bel dilemma !

Nonostante la certificazione bio sia comunque rilevante sul mercato, la nostra scelta di non utilizzo di certificazioni di questa tipologia è anche e soprattutto determinata dall’esigenza di permettere ai nostri prodotti una sempre più bassa tossicità nel rispetto della Natura e dell’uomo.

Entriamo nell’argomento: oltre alle sostanze usate da noi, il Disciplinare da noi rispettato ammette anche sostanze non biodegradabili – per esempio: Sodium Etidronate – e sostanze dotate di tossicità a lungo termine con valori preoccupanti, ossia con valori numerici più bassi (con concentrazioni tossiche più basse, per cui ne basta meno per essere tossiche) rispetto al valore di prudenza pari a 1.000 mg/Kg; questo valore è frutto di anni di studi e di consultazioni con ricercatori universitari. Fra le sostanze permesse dai Disciplinari bio: lo stesso Sodium Etidronate (tossico per il ciclo riproduttivo e per il feto), il Sodium Cocoate (tossico per il ciclo riproduttivo e sospetto mutageno), il Sodium Cocoyl Sulfate (mutageno e tossico per il ciclo riproduttivo), il Sodium Dehydroacetate (mutageno e tossico per il ciclo riproduttivo) il Thymol (mutageno), gli allergizzanti Enzimi, fra cui la proteasi subtilisina sospetta mutagena; gli allergizzanti e bioaccumulabili Olii Essenziali, alcuni dei quali mutageni (Eugenolo, Isoeugenolo, Cinnamaldeide), tossici per il ciclo riproduttivo (Liliale, Cinnamaldeide), sospetti interferenti endocrini (Linalool, Benzyl Benzoate, Benzyl Salicylate, Citrale, Eugenolo, Geraniolo, Liliale). E via dicendo. Questi ingredienti sono ammessi anche dalla certificazione europea Ecolabel.

Altre certificazioni ecologiche ammettono anche i Siliconi (considerati da loro inoffensiva “pietra liquida”, da noi come pericolosi agenti di permeazione non biodegradabili delle membrane naturali presenti nelle falde acquifere e nelle radici delle piante), il Sodium Dehydroacetate, mutageno e tossico per il ciclo riproduttivo, i conservanti cessori di formaldeide.

L’importanza di escludere anche piccole percentuali di sostanze con tossicità a lungo termine aventi valori di tossicità sotto i 1.000 mg/Kg è sostenuta e approfondita da una recente pubblicazione scientifica curata da ricercatori dell’Università di Brescia (Pedrazzani R. et al. – “Biodegradability, toxicity and mutagenicity of detergents: Integrated experimental evaluations.” – Ecotoxicol Environ Saf., 2012), a cui noi abbiamo partecipato in qualità di fornitori dei campioni analizzati.

Una certificazione ecologica maggiormente aderente ai nostri intendimenti, e i cui criteri noi da sempre rispettiamo, è la svedese Bra Miljoval (Good Environmental Choice). È molto avanzata per i parametri ecologici e per alcuni parametri tossicologici e, finalmente, nel 2018 abbiamo ottenuto la certificazione per i primi due prodotti.

Riflettendo su queste tematiche e cercando di capire quale strada seguire e quali altri prodotti sottoporre al nostro attuale organismo certificativo, proseguiamo il nostro lavoro mettendo in garanzia nelle nostre Schede Tecniche i parametri numerici di ecotossicità e di tossicità che rispettiamo con le materie prime da noi selezionate; in più pubblichiamo periodicamente approfondimenti corredati da bibliografia, per garantire la verificabilità delle nostre affermazioni. E continuiamo a studiare…

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