La pandemia di virus SARS-CoV-2, al centro dell’attenzione in questi giorni critici per il nostro Paese e in particolare per la nostra provincia di Brescia, fa sì che si cerchino continuamente pareri e indicazioni su cosa fare per prevenire la diffusione del virus.
Ribadiamo la nostra posizione sull’opportunità o meno di utilizzare un determinato tipo di molecole ad azione antimicrobica, i sali di ammonio quaternario, per la disinfezione delle superfici: a quanto ci risulta, essi non sono efficaci per i virus di questo tipo. Possiamo citare vari studi, fra cui il recente “Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents” (G. Kampf et al., Journal of Hospital Infection 104 (2020) 246-251) che evidenzia questa conclusione. Tale studio prende in esame, fra le altre tipologie virali, alcuni virus del tipo “corona” simili all’attuale e desume che tali principi attivi (oltre alla clorexidina digluconato) sono meno efficaci; in certe condizioni non lo sono per nulla.
Se dovesse risultare che sono questi principi attivi sono efficaci proprio per il SARS-CoV-2 (responsabile dell’infezione polmonare COVID-19 diffusa in Italia e in Europa in questi giorni) saremo i primi a esserne felici. Al momento così non è e non consigliamo i prodotti Linea Forte per disinfettare superfici contaminate da questo virus. Consigliamo altresì di non utilizzare prodotti contenenti benzalconio cloruro, didecildimetil ammonio cloruro o derivati simili in quanto, in assenza di altri principi attivi validati dal Ministero della Salute, non sono particolarmente efficaci.
Per quanto riguarda l’uso di sodio ipoclorito (detto anche candeggina o varechina), ne avevamo già parlato in tempi non sospetti (ecco l’articolo). Il suo utilizzo va evitato, laddove possibile; va usato se le esigenze di contenimento del virus lo rendono necessario.
Dal punto di vista ambientale non c’è alcun dubbio che sia preferibile utilizzare acqua ossigenata: i “residui” lasciati dall’acqua ossigenata sono acqua e ossigeno. Nessuna persistenza, nessuna formazione di trialometani né clorammine (entrambi cancerogeni), nessun danno alle acque che dovessero essere recepite da impianti di depurazione… rimarrebbe tutto perfettamente intatto.
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